CORONAVIRUS: INFORMAZIONI UTILI PER PREVENIRE LE INFEZIONI VIRALI

Consigli per rafforzare il sistema immunitario e metterlo nelle migliori condizioni per affrontare le infezioni virali

Durante le prime due settimane di Febbraio eravamo bombardati quotidianamente da notizie contraddittorie di moderato allarmismo, da una parte, e di semplificazione tranquillizzante dell’infezione da Coronavirus a malattia un po’ più grave di una normale epidemia influenzale, dall’altra parte. Negli ultimi giorni siamo sommersi in continuazione da messaggi e notizie di grande allarme sanitario che generano in larghe fasce della popolazione confusione, sconcerto, ansia e paura, percezione di pericolo incombente ed inevitabile; che associati alla tensione emotiva e allo stress prolungato mettono a nudo i punti deboli di una persona e indeboliscono il suo sistema immunitario, in un momento in cui bisognerebbe averlo forte ed efficiente per affrontare al meglio l’eventualità di essere contagiati dal nuovo Coronavirus.

Cerchiamo allora di capire cosa possiamo fare concretamente alla luce dell’attuale situazione italiana, che a causa del rapidissimo incremento del contagio, del numero di casi diagnosticati e della letalità (quest’ultima molto alta e a livelli inaspettati) ha portato il Governo a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria nazionale e il quasi totale blocco del Paese, la cui evoluzione a breve e medio termine è ancora difficile da prevedere.

 

I coronavirus e i sintomi dell’infezione

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” – dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease (malattia) e “19” indica l’anno in cui si è manifestata (fonte: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus ). L’attuale epidemia è causata dal SARS – CoV – 2 un nuovo ceppo di coronavirus, che i ricercatori dicono di non aver mai isolato nell’uomo fino ad oggi.

I Coronavirus appartengono ad una grande famiglia di virus respiratori a filamento singolo di RNA ed hanno un diametro di circa 80 -160 nm (1nm – nanometro – è un milionesimo di millimetro) con un genoma che è tra i più lunghi dei virus a RNA .

Abbondano on-line i video informativi. QUI un video di due minuti sul nuovo Coronavirus: come ci si ammala, i sintomi e a chi rivolgersi: https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/il-coronavirus-in-due-minuti-come-ci-si-ammala-i-sintomi-a-chi-rivolgersi/355263/355828?ref=fbpr&fbclid=IwAR3k4XfqqRklKWv2r8XJngBQ1ofIABZfzPU3jqm16gHLq0saJrZ_pxIr4Ms

I più comuni Coronavirus, nell’uomo,  provocano infezioni respiratorie spesso di lieve entità come il raffreddore comune, altre volte una sindrome simil- influenzale più o meno impegnativa, ma in una minoranza di casi possono causare polmoniti virali più o meno gravi. I Coronavirus più conosciuti sono responsabili di circa il 20% di tutte le polmoniti virali e raramente l’infezione può evolvere in una Sindrome Respiratoria Acuta Grave (la famosa SARS).
Se, come già accaduto con altri virus, il Coronavirus fa un “salto di specie” e passa dall’animale all’uomo può causare  più frequentemente polmoniti gravi e potenzialmente letali. La gravità della patologia dipende dal fatto che, in questa evenienza, il virus è nuovo e il sistema immunitario non lo riconosce perché non è mai venuto in contatto con lui. Quindi non sa difendersi efficacemente e ne subisce l’attacco, che per una concatenazione di eventi sfavorevoli diventa particolarmente violento e pericoloso nei soggetti deboli a livello immunitario o immunodepressi, specie gli anziani affetti da patologie croniche importanti e multiple o altri malati con severi deficit a livello immunitario, cardiopolmonare, renale o metabolico.

I sintomi più comuni dell’infezione da nuovo Coronavirus nell’uomo sono: astenia, malessere generale, raffreddore, cefalea, febbre, faringite e tosse, più raramente congiuntivite. Nei casi più gravi l’infezione può evolvere in polmonite con difficoltà respiratoria acuta grave, insufficienza renale e raramente la morte. Questi sintomi, almeno nei giorni iniziali in cui compare la sintomatologia dell’infezione da Coronavirus, sono del tutto sovrapponibili a quelli della sindrome influenzale comune che è causata dal virus dell’influenza, ma anche da tanti altri virus. A livello clinico e sintomatologico la diagnosi differenziale è molto difficile, può essere aiutata da una radiografia del torace e si ottiene con certezza solo con l’esame microbiologico di un campione prelevato con il tampone faringeo.

 

Epidemiologia

Verso metà Febbraio gli esperti Virologi ed Epidemiologi, e gli organismi tecnico scientifici in capo al Ministero della Salute, in base ai dati epidemiologici che venivano forniti dalla Cina (dati quanto incerti?), ci davano i seguenti numeri: 80 – 15 – 5 – 3. Ovvero, dei contagiati dal nuovo Coronavirus: 80% superavano più o meno agevolmente l’infezione, il 15% la superavano con assistenza medica o ricovero ospedaliero, il 5% erano casi gravi con necessità di ricovero in “terapia intensiva” e di questi circa il 3% moriva. Mentre al di fuori della Cina la mortalità veniva data come decisamente più bassa. Comunque, veniva evidenziata l’alta contagiosità del nuovo Coronavirus  SARS – CoV – 2 rispetto al Coronavirus della SARS, il SARS – CoV, che nell’epidemia del 2002-03 fu molto meno contagioso, ma causò una mortalità di circa il 10% contro una mortalità del nuovo Coronavirus del 2-3%.

Più che di tasso di mortalità che si riferisce al numero di morti su 100.000 abitanti per una certa causa in una determinata zona, dobbiamo parlare di tasso di letalità, che è il numero percentuale dei morti rispetto al numero totale dei contagiati noti. Purtroppo la letalità, inaspettatamente anche per molti e variegati esperti, è andata crescendo in modo esponenziale – come anche il numero totale dei contagiati positivi al test – giorno per giorno, settimana per settimana, fino a raggiungere livelli drammatici in Italia il 25 Marzo 2020 giorno in cui, secondo i dati ufficiali forniti dalla Protezione civile, ha raggiunto il 10,1%: su un totale di 74.386 contagiati (quelli testati positivi) abbiamo 7.503 decessi. Livello altissimo, anche rispetto ad altri Paesi. Ma viene fatto notare, da diversi esperti (virologi, infettivologi, epidemiologi) che il tasso di letalità così alto è viziato e sovrastimato dal fatto che non conosciamo il numero di persone infettate asintomatiche, o con sintomi lievi o di scarsa rilevanza (a cui non è stato fatto il test per sapere se veramente contagiati o meno). Questi sarebbero un numero alto sia in termini assoluti che percentuali, la parte sommersa dell’iceberg, che se fossero considerati nel totale dei contagiati veri porterebbero la letalità al 2-3% in linea con altri Paesi coinvolti dalla Pandemia.

Non voglio entrare qui nel dibattito per cui bisognerebbe calcolare la letalità solo considerando il numero di morti che si ritiene siano deceduti solo a causa del nuovo Coranavirus (molto aggressivo e particolarmente virulento in questi casi), escludendo il gran numero di pazienti deceduti con il Coranavirus (quest’ultimi, morti perché portatori di una o più patologie croniche gravi, per cui il Coronavirus sarebbe stato un fattore favorente l’exitus e non la vera causa). Infatti in Germania, dove viene riferito ufficialmente un numero di morti e un tasso di letalità assai inferiore a quello dell’Italia, probabilmente contano solo i morti di Coronavirus ed escludono quelli morti con il virus.

Ma alla gente interessa relativamente poco sapere che il tasso percentuale effettivo è molto più basso; interessa il numero totale dei malati bisognosi di ricovero ospedaliero e di terapia intensiva, con consegue numero dei morti cresciuti in modo tragico da portare al collasso molte strutture ospedaliere, il nostro Paese in ginocchio e in una emergenza sanitaria, economica e sociale senza precedenti negli ultimi 3/4 di secolo. Per ora si prevede e si spera che le cose possano migliorare nettamente nelle prossime settimane. Ma le previsioni sull’andamento della Pandemia e dell’economia mondiale sono attualmente molto aleatorie.

I soggetti maggiormente a rischio – In base alle conoscenze attuali, in evoluzione, sono le persone con patologie croniche preesistenti e in condizioni immunologiche così deboli da sviluppare una patologia grave che richiede il rapido ricovero ospedaliero in condizioni di isolamento. L’infezione da nuovo Coronavirus, come da altri virus più aggressivi, viene aggravata dalla presenza, o concomitanza, di alcuni dei seguenti fattori e condizioni:

  • patologie polmonari croniche gravi come asma bronchiale, broncopneumopatia cronica ostruttiva, bronchite cronica importante, infezioni respiratorie, insufficienza respiratoria preesistente
  • patologie cardiovascolari croniche gravi come coronaropatia ischemica avanzata, miocardiopatie, ipertensione arteriosa, cardiopatia ipertensiva, fibrillazione atriale, ictus, scompenso cardiaco
  • patologie immunitarie croniche gravi che portano a immunodeficienze, squilibri o compromissione del sistema immunitario
  • patologie metaboliche croniche gravi: diabete mellito scompensato, malassorbimento intestinale grave, obesità grave
  • patologie renali croniche gravi con insufficienza renale
  • patologie oncologiche avanzate, con interessamento di organi importanti e vitali, cancro attivo negli ultimi 5 anni
  • demenza
  • persone in cura con farmaci immunosoppressivi acuti o cronici (corticosteroidi, altri farmaci immunosoppressori non steroidei, chemioterapia oncologica).

Nota: le patologie preesistenti osservate nei pazienti deceduti, che costituiscono i maggiori fattori di rischio, sono attualmente quelli segnalate in grassetto. Ma sono suscettibili di cambiamenti, man mano che si acquisiscono nuovi dati dagli studi epidemiologici in corso. Lo stesso vale per le fasce di età più a rischio, che però pare possano cambiare relativamente poco.

 

Il sistema immunitario

Le nostre difese immunitarie sono naturalmente pronte e vigili ad intervenire in caso di attacchi esterni da parte di microrganismi come batteri, virus, etc., come anche in situazioni di emergenza, mettendo in pratica le necessarie contromisure per difendere l’organismo e mantenerlo sano.

Se le prime barriere difensive falliscono ed il microrganismo patogeno penetra nell’organismo si attivano le risposte immunitarie. Sostanzialmente abbiamo due tipi di risposta immunitaria interna:

  • risposta immunitaria innata (o aspecifica): meccanismo di difesa generale, presente sin dalla nascita, che agisce rapidamente (minuti od ore) ed indiscriminatamente contro qualsiasi agente esterno, compreso virus e batteri;
  • risposta immunitaria acquisita (o specifica o adottiva): si sviluppa lentamente dopo il primo incontro con uno specifico agente patogeno (nell’arco di alcuni giorni), ma conserva una certa memoria per agire più rapidamente in seguito ad ulteriori esposizioni future.

Un sistema immunitario valido ed efficiente è in grado di proteggere l’organismo dalle aggressioni. Le difese immunitarie contro i virus agiscono non solo attraverso gli anticorpi, ma anche con le nostre cellule immunocompetenti che sono in grado, nella maggior parte dei casi, di neutralizzarli mediante le capacità di risposta e difesa innate, tra cui la sintesi di particolari piccole proteine chiamate citochine che sono mediatori critici delle risposte immunitarie e infiammatorie innate antivirali.

La bilancia TH1 << >> TH2 – E’ solo in anni recenti che si sta studiando molto la modulazione del sistema immunitario. Si sta sempre meglio comprendendo che l’immunità è gestita da meccanismi complessi, che si articolano e si manifestano con due modalità principali: il modo TH1 (immunità cellulo-mediata, svolta dalle cellule immunocompetenti); il modo TH2 (immunità umorale, svolta prevalentemente dagli anticorpi). Si è visto che è importante e fondamentale che sia mantenuto l’equilibrio fra queste due modalità per garantire un funzionamento ottimale dell’insieme del sistema immunitario, la cui regolazione avviene tramite la sintesi delle citochine, sostanze proteiche quali interferoni, interleuchine, fattori di necrosi cellulare, che agiscono da messaggeri chimici, veri e propri ormoni, che determinano l’assetto del sistema immunitario. L’equilibrio tra la risposta TH1 e quella TH2 è un meccanismo molto preciso e delicato, che deve essere perfettamente regolato per prevenire deficit o sovra reazioni immunitarie, entrambe dannose.

Più in specifico, sono due citochine l’interferone gamma (INFy) e l’interleuchina 10 (IL-10) a modulare la bilancia TH1 < > TH2 e a mantenere in equilibrio il sistema con una risposta immunitaria normale. Se il livello delle due citochine si mantiene nel range di normalità, la risposta immunitaria è di solito equilibrata e favorisce un funzionamento efficace, benefico e positivo (ad esempio, protezione contro infezioni virali e batteriche) ed evita reazioni immunitarie negative (ad esempio, infiammazioni e allergie, o risposte autoimmuni).

Un livello elevato di interleuchina 10 sposta la bilancia verso la risposta immunitaria TH2, immunità umorale, pro-infiammatoria (anche l’interleuchina 6) e favorevole alla manifestazione di allergie.

Un livello elevato di interferone gamma sposta la bilancia verso la risposta immunitaria TH1, immunità cellulo-mediata, che, secondo alcuni Autori, in condizioni contingenti sfavorevoli  può portare a reazioni auto immunitarie, ovvero contro il nostro organismo, contro diversi organi. D’altra parte, un deficit o inefficacia della risposta TH1 riduce le capacità di difesa contro i virus e batteri.

Altri esempi: l’assunzione di cortisone o farmaci corticosteroidi, come anche lo stress fisico e psicologico prolungati, la mancanza di sonno, portano ad un aumento dello squilibrio da TH1 a TH2;  i cancerogeni chimici, il fumo, l’inquinamento dell’aria e ambientale, provocano infiammazioni a lungo termine che abbassano più o meno gravemente la risposta TH1 con conseguente indebolimento della capacità di combattere efficacemente le cellule tumorali.

A questo punto mi pare utile accennare a cose utili che possiamo fare per migliorare il nostro sistema immunitario (altre le vedremo di seguito):

  • Probiotici – La supplementazione per via alimentare di alcuni particolari batteri probiotici, il Lactobacillus casei e Bifidobacterium lactis, eventualmente associati a Lactobacillus acidophilus e Vitamina C, si è rivelata utile, oltre che per l’equilibrio della flora batterica intestinale favorendo l’Eubiosi, anche per modulare la risposta immunitaria con conseguenti benefici effetti contro le infezioni e di riduzione di reazioni immunitarie eccessive, che possono favorire l’insorgenza di infiammazioni e/o allergie.
  • Beta-Glucani – I Beta-Glucani sono dei polisaccaridi strutturali di piante, di alcuni tipi di funghi e di lieviti (funghi microscopici), con alto peso molecolare e costituiti da numerose unità glicosidiche unite da particolari legami chimici. Quelli che qui ci interessano sono: 1-3 Betaglucani presenti nei funghi medicinali, noti soprattutto per il loro uso in oncologia, come cura complementare o integrativa, e per la loro azione di stimolazione e/o modulazione del sistema immunitario; 1-3 Beta-Glucani estratti dalle pareti cellulari del lievito saccharomyces che hanno un’azione di stimolazione immunitaria non specifica. I Beta-Glucani hanno effetti ed attività salutistiche, di tipo diverso in funzione del materiale biologico di provenienza e dei legami chimici tra le unità glicosidiche. Hanno un’azione di stimolo e attivazione dei Macrofagi (le cellule sentinella), che sono una delle più importanti cellule del nostro sistema immunitario. I Beta-Glucani attivano i macrofagi che a loro volta promuovono i processi di “attivazione a cascata” delle cellule della linea linfoide (linfociti B e linfociti T) e della linea mieloide (granulociti): l’insieme di tutte queste cellule costituisce il nostro sistema immunitario. I macrofagi attivati sono le cellule dell’immunità innata in grado di neutralizzare virus e batteri, e provocano l’immissione nel circolo sanguigno delle citochine da parte dei linfociti. Infine, i Beta-Glucani favoriscono l’equilibrio della bilancia TH1 < > TH2 e sarebbero capaci di attivare il sistema immunitario in maniera dolce ed equilibrata, e di stimolare l’attività dei fagociti (macrofagi, neutrofili e cellule dendritiche) che hanno il compito di fagocitare e distruggere sostanze estranee come virus, batteri, funghi e parassiti. Non ci sarebbe quindi il rischio di indurre una risposta immunitaria esagerata che può essere alla base di molti fenomeni allergici e malattie autoimmuni.

 

VENIAMO ALLO SCOPO DI QUESTO ARTICOLO

In questi giorni di allerta, paura crescente e senso di smarrimento generalizzati, siamo in piena emergenza sanitaria nazionale dovuta al rapido e crescente diffondersi dei contagi del nuovo Coronavirus, con crescita esponenziale del numero di ricoveri ospedalieri e di morti, tale da mettere in seria difficoltà il sistema sanitario nazionale e intere zone del nostro Paese.

Poiché non c’è ancora uno specifico vaccino contro il nuovo Coronavirus, si stanno facendo ricerca in varie parti del mondo per arrivare più rapidamente possibile ad un vaccino di cui non possiamo conoscere da subito la sicurezza e la reale efficacia. Ci vuole tempo, almeno 1 -2 anni, per stabilirle con ragionevole certezza.

In mancanza di cure farmacologiche specifiche ed efficaci contro questo nuovo virus, si stanno per ora somministrando alcuni farmaci per “uso compassionevole” e sperimentando altri farmaci che dovrebbero avere un’azione diretta contro il virus, o per limitare le conseguenze negative a livello polmonare, causate dal virus, in quei malati che manifestano una risposta immunitaria controproducente e svantaggiosa. Qualche farmaco pare dare segnali incoraggianti di efficacia, ma è ancora presto per trarre delle conclusioni, che devono essere lasciate alle autorità sanitarie nazionali ed AIFA. Queste si sono impegnate a fornire, in tempi ragionevolmente brevi, la loro valutazione – sulle sperimentazioni multicentriche in corso che devono essere fatte con procedure scientifiche validate – per dare risposte certe sulla reale efficacia e sicurezza dei farmaci e procedure  in corso di sperimentazione.

In questo frangente dovremmo valorizzare al massimo e comunicare al meglio la “cura” al momento più efficace contro l’infezione da nuovo Coronavirus: il nostro sistema immunitario, quello che si è perfezionato in milioni di anni e ci ha salvato dall’estinzione. Visto che circa il 90% o più dei contagiati guariscono, più o meno agevolmente ed efficacemente, grazie al proprio sistema immunitario: è questo che dobbiamo mantenere efficiente e rafforzare!

Mentre le autorità sanitarie ai più alti livelli istituzionali raccomandano di osservare scrupolosamente tutte le norme igieniche e di comportamento individuale e sociale, il distanziamento sociale fino all’attuale blocco totale del Paese , siamo tutti bloccati in casa – norme e comportamenti che vanno assolutamente rispettati da tutti per evitare di essere contagiati e di contagiare gli altri, norme che qui non richiamo perché sono ripetute ossessivamente e continuamente aggiornate da tutti gli organi di informazione: canali TV, radio, giornali, social, etc.

In aggiunta cosa altro possiamo fare? E’ fortemente raccomandabile:

  • intraprendere uno stile di vita capace di aumentare le nostre difese contro le patologie infettive in generale
  • utilizzare rimedi utili per stimolare l’immunità innata, aspecifica, e per migliorare le nostre difese antivirali, soprattutto nei periodi più critici e in condizione ad alto rischio.  

 

COME PREVENIRE E CURARE LE MALATTIE VIRALI IN GENERALE

Le informazioni e i consigli, di seguito riportati sono riferiti ai comuni virus, soprattutto respiratori, con cui più o meno tutti abbiamo a che fare, o ci siamo confrontati. Non possono, ovviamente, valere nei confronti delle infezioni da nuovo Coronavirus, perché non ci siamo mai confrontati con esso e ancora non lo conosciamo bene in diversi aspetti, né possiamo ad oggi prospettare una qualche percentuale di efficacia.

Omeopatia globale, personalizzata

Ha un approccio olistico e sistemico al malato e alla malattia, per arrivare ad una cura omeopatica strettamente individualizzata. L’Omeopatia in oltre due secoli di esperienza si è dimostrata essere una medicina efficace in gran parte delle patologie acute – anche le più comuni malattie delle alte e medie vie respiratorie, soprattutto quelle causate dai virus – e ampiamente utile con variabile capacità curativa generale, a seconda dei casi, nella stragrande maggioranza delle patologie croniche. Nel rispetto della metodologia clinica omeopatica, quando il rimedio omeopatico somministrato è veramente adatto alle caratteristiche della persona, nel senso che esiste una forte similitudine tra i sintomi psichici, fisici e generali del soggetto malato e le caratteristiche del quadro sintomatologico del medicamento scelto: allora possiamo avere degli effetti terapeutici generali, fisici, psichici, a largo raggio e sulla molteplicità di disturbi e sintomi patologici della persona malata. Con una cura omeopatica globale e personalizzata possiamo ottenere guarigioni nei casi più semplici, e nei casi più complessi dei miglioramenti importanti dello stato generale di salute e delle condizioni psico-fisiche. Molto spesso otteniamo un miglioramento, più o meno marcato, delle capacità reattive e difensive generali e un miglioramento delle difese immunitarie. Tant’è che nei pazienti (bambini e adulti) affetti da patologie recidivanti di vario tipo, soprattutto malattie recidivanti del settore otorinolaringoiatrico e delle vie respiratorie – pazienti che si ammalano in continuazione alla minima esposizione al freddo, o a condizioni di suscettibilità – con le cure omeopatiche si hanno netti, a volte drastici, miglioramenti con netto calo delle recidive fino alla loro scomparsa, passando per una netta riduzione del numero e intensità degli episodi di malattia.

Tutto questo è ampiamente verificato dall’esperienza clinica di decine di migliaia di medici omeopati e confermato da diversi studi sperimentali, osservazionali e clinici.

Non ultimo, con l’Omeopatia globale e personalizzata possiamo, a volte, aumentare il livello di resilienza, ovvero della capacità di un individuo di affrontare e superare positivamente o efficacemente un evento traumatico, o un periodo o situazioni di particolare disaggio e difficoltà. E ciò non guasta, in questo periodo particolarmente critico in cui dobbiamo affrontare l’emergenza legata alla epidemia del nuovo Coronavirus.

Omeopatia clinica, mirata

Ha un approccio clinico prevalentemente mirato alla patologia, soprattutto acuta. In tal caso si cerca il rimedio omeopatico che per similitudine copre al meglio il quadro sintomatologico di quella specifica patologia, o sindrome clinica. Può essere utilizzata da sola; oppure durante una cura con l’Omeopatia globale e personalizzata, se si ritiene utile o necessaria, in occasione di una patologia acuta o di una manifestazione di sintomi acuti.

Per questi motivi, in pratica può essere difficile consigliare, o decidere, che medicinale omeopatico dare per prevenire un’infezione o una qualsiasi patologia, prima che si manifestino con i loro sintomi. Dal momento in cui i sintomi di una patologia acuta, o di una malattia virale, si manifestano con sufficiente chiarezza, dato che l’Omeopatia agisce per similitudine e non per uguaglianza tra sintomi del malato e del rimedio, diventa possibile fare una cura, o fornire consigli generali e indicare alcuni rimedi omeopatici che, in due secoli di esperienza clinica, si sono rivelati come i più adatti, o i meglio indicati, per molte patologie virali, già note o ancora parzialmente note ai medici.

Per questo è fortemente consigliabile chiedere l’intervento di medici omeopati competenti, in grado di fornire una terapia individualizzata, o se serve anche mirata o di sinergia, ad un trattamento complessivo dei pazienti. Ciò potrebbe contribuire a diminuire il ricorso ai ricoveri ospedalieri.

 

RIMEDI NATURALI PER PROMUOVERE LA CAPACITA’ REATTIVA DELL’ORGANISMO E MIGLIORARE LE DIFESE IMMUNITARIE

In primis migliorare la stile di vita e l’alimentazione – Questo vale per tutti e per gran parte delle malattie.

Stile di Vita – Evitare per quanto possibile stress psico-fisici intensi e prolungati, specie quelli che ci mettono in una stato di ansia, angoscia, agitazione, paura, eccessiva rabbia – Per quanto possibile, tenersi lontani dai conflitti e dalle varie occasioni di stress che dipendono da noi – Ritagliarsi un po’ di tempo per fare cose piacevoli, rilassanti e gratificanti – Evitare di essere troppo e a lungo sedentari – Fare, più volte a settimana, attività fisica in linea con la propria età e la propria condizione fisica – Adesso che siamo bloccati in casa facciamo un po’ di ginnastica – Cercare di portare il proprio peso corporeo verso la normalità e mantenerlo, l’obesità è una grande nemica della salute – Evitare di alterare troppo il ritmo sonno-veglia e la mancanza di sonno; dormire almeno 7 ore al buio e senza rumori di fondo – Evitare l’intossicazione cronica esogena dovuta ad eccessivo uso di bevande alcoliche, caffè, fumo di sigaretta, farmaci inutili.

 

Alimentazione – Ridurre il più possibile cibi di derivazione animale: carne e derivati, salumi; latte, latticini, formaggi – Preferire pesce e carni bianche in quantità limitate – Vanno bene due, tre uova alla settimana – Limitare molto, o evitare i “cibi spazzatura”, ovvero i cibi troppo raffinati, o troppo manipolati o modificati dall’industria alimentare – Non sedare le proprie ansie e momenti di difficoltà abbuffandosi di dolci, snack, merendine e altri “cibi spazzatura”- Limitare molto i dolci, lo zucchero e i cibi che lo contengono – Limitare anche i cibi troppo elaborati, troppo unti – Preferire i cibi per come ce li dà la Natura, cucinandoli in modo semplice, poco aggressivo, usando metodi di cottura che preservino le vitamine, i nutrienti e le sostanze salutiste contenute negli alimenti.

Aumentare e privilegiare: alimenti di origine vegetale, soprattutto verdure fresche di varia tipologia e colore; poco pane e pasta, meglio se integrali; cereali integrali, meglio se con poco o senza glutine (ma non esagerare con i carboidrati anche se complessi!); frutta fresca; legumi  2-3 volte a settimana; quasi tutti i giorni, piccole quantità di semi oleosi (mandorle, noci, semi di zucca non salati, semi di girasole). Per condire usare olio extravergine di oliva.

Ovviamente, bisogna evitare cibi e sostanze a cui si è allergici, o fortemente intolleranti (anche questo è segno di disfunzione del sistema immunitario).

Bere 1,5 – 2 litri di acqua nella giornata, meglio se a basso residuo fisso e leggermente alcalina.

Qualche giorno alla settimana fare in modo che passino 12 -14 ore di digiuno tra l’ultimo pasto (es. la cena) e il pasto successivo (es. la colazione, o il pranzo del giorno dopo). Questo è un modo valido per far riposare l’organismo, aiutarlo a liberarsi da tossine e cataboliti e stimolare la moltiplicazione delle cellule staminali, indispensabili per la riparazione di tessuti e organi danneggiati.  (Non è questa la sede per trattare del valore terapeutico, salutista e preventivo del digiuno periodico, guidato e informato, di 4 – 5 – o più giorni, di periodici microdigiuni, o della “dieta mimadigiuno”)

 

Come si vede, bisogna agire su diversi fronti, meglio se in sinergia, per mantenere in efficienza e buon funzionamento il nostro sistema immunitario e la nostra capacità difensiva non solo verso qualsiasi virus, batterio, o microrganismo patogeno, ma anche verso altre molteplici malattie.

 

Fitoterapia – Diverse piante ed estratti di piante hanno dimostrato un’azione terapeutica antivirale, antibatterica e immunostimolante. Entro certi limiti, sono capaci di prevenire e contrastare le più comuni infezioni delle vie aeree superiori, specie se di origine virale, e le sindromi influenzali. A seconda della pianta e del preparato, hanno effetti e proprietà: immunostimolanti, immunomodulanti, antinfiammatorie, toniche e adattogene, antiossidanti. Ricordo i fitoterapici più noti e più usati: Echinacea purpurea; Andrographis paniculata; Astragalus membranaceus; Uncaria tomentosa, corteccia; Rosa canina; estratti contenenti Resveratrolo o Quercitina. Di una certa utilità, in mancanza d’altro: infusi di Rosmarino e Origano.

 

Vitamina C (acido ascorbico) – Oltre le molteplici azioni ampiamente note della vitamina C, qui ricordo la sua potente azione antiossidante e quella di stimolo delle difese immunitarie. Alcuni consigliano l’uso di alte dosi, 1- 2 – o più grammi al giorno, in caso di infezioni virali; ma tali alte dosi sovraccaricano l’organismo e andrebbero prese per periodi molto limitati (alte dosi di Vitamina C per via orale non vengono assorbite, se non in parte, e possono causare diarrea e altri effetti collaterali). Il fabbisogno giornaliero, negli adulti, si aggira attorno agli 80 – 100 mg. A scopo preventivo dovrebbero bastare non più di 200 mg., meglio se assunti con gli alimenti che più ne contengono ( 2 arance e 1 limone al mattino, più 1- 2 kiwi nella giornata).

Vitamina A e Vitamina D – Hanno azioni molteplici e diversificate. Quando sono carenti si possono avere diversi problemi e disfunzioni del sistema immunitario. Se non facciamo una dieta equilibrata e variegata rischiamo la carenza, soprattutto della Vitamina D (carenza diffusa nella popolazione, anche per mancanza di adeguata esposizione della pelle al sole). Quindi è bene fare una integrazione se necessaria.

Rame, Zinco e Selenio – Questi oligoelementi a dosaggio fisiologico contribuiscono al normale funzionamento del sistema immunitario, di vari enzimi e reazioni metaboliche.

 

Micoterapia – I funghi della salute sono funghi medicinali a cui vengono attribuite proprietà salutistiche, col fine di mantenere e migliorare lo stato di salute, ed effetti terapeutici di vario tipo ed importanza. Attualmente si utilizzano una decina di funghi, quelli meglio conosciuti e più studiati negli ultimi decenni. Pur avendo composizioni variabili in varie sostanze, principi attivi ed enzimi, sono accomunati dalla presenza in quantità più o meno elevata di particolari polisaccaridi: i Beta-glucani. In particolare, ognuno ha delle caratteristiche proprie che lo rendono più efficace degli altri in modo mirato, o per più specifici effetti. Ma, per la presenza dei Beta-glucani, hanno più o meno tutti diversi effetti benefici, di cui riferisco solo alcuni: regolazione del metabolismo glico-lipidico; azione antiossidazione e antinvecchiamento; funzione disintossicante; protezione del fegato; funzione prebiotica.

Dei Beta-glucani ho già trattato sopra  esaminando la bilancia TH1 < > TH2 del sistema immunitario. Qui voglio ribadire che l’attività dei diversi Beta-glucani varia a seconda delle loro caratteristiche che li portano ad avere un ruolo chiave nel mantenere il sistema immunitario ben equilibrato e vigile, aumentando o riducendo la risposta immunitaria a seconda del bisogno. I funghi medicinali hanno questa specifica caratteristica di adattarsi alle condizioni del singolo individuo: rafforzano e stimolano il sistema immunitario se questo è troppo debole, oppure ne riducono l’attività se è troppo stimolato – quella che è definita immunomodulazione.

Tra i funghi che ci interessano di più, anche per la loro azione antivirale, ricordiamo: Coriolus versicolor; Reishi (Ganoderma lucidum); Shitake (Lentinula edodes) che ha effetti immunostimolanti generali e di inibizione della replicazione dei virus influenzali;  Agaricus blazei più adatto, anche come coadiuvante, ai pazienti che hanno patologie autoimmuni.

 

Probiotici – I probiotici sono micro-organismi vivi che, quando vengono somministrati in quantità adeguate, apportano benefici alla salute dell’ospite. Somministrati per via orale – meglio se associati, attraverso l’alimentazione, a buone quantità di fibre vegetali indigeribili (contengono oligosaccaridi prebiotici che favoriscono la crescita e l’attività dei batteri probiotici del tratto intestinale) contenute soprattutto nei cereali integrali, nelle verdure e frutta – contribuiscono a promuovere e mantenere il microbiota intestinale in buon equilibrio, in uno stato di eubiosi, con tutti i vantaggi che questo comporta per il mantenimento dell’organismo in stato di salute e per il normale funzionamento del sistema immunitario. Il microbiota intestinale è un complesso ecosistema di batteri, virus, protozoi e miceti (funghi microscopici) che influenza non solo le funzioni gastrointestinali, ma ha anche molteplici e complesse interrelazioni a distanza con altri organi, apparati, funzioni e metabolismi. Tra microbiota e ospite si instaura un rapporto di tipo simbiotico che comporta vantaggi per entrambi. Se teniamo presente che almeno il 70% del sistema immunitario è nell’intestino, o in relazione con l’intestino, che nell’intestino abbiamo il secondo cervello, che il microbiota influenza anche il sistema nervoso centrale mediante un complesso asse di comunicazione di tipo bidirezionale definito “asse microbiota-intestino-cervello” comprendiamo quanto sia cruciale e fondamentale avere e mantenere in buon equilibrio il microbiota intestinale e le sue interrelazioni a distanza, in tutte le epoche della vita, dalla nascita alla vecchiaia.

L’alimentazione scorretta prolungata, l’abuso di “cibi spazzatura”, la scarsa introduzione di fibre vegetali prebiotiche, l’abuso o uso scorretto di antibiotici, l’uso prolungato di ormoni estro-progestinici, farmaci per ridurre l’acidità dello stomaco usati a lungo o oltre necessità, altri farmaci, stress psico-fisici: sono alcune delle cause o fattori che portano alla disbiosi della flora batterica intestinale. La disbiosi comporta una alterazione grave della composizione quantitativa e qualitativa della flora intestinale: diminuiscono drasticamente i batteri buoni e protettivi e aumentano notevolmente i microrganismi cattivi (batteri patogeni responsabili di infezioni locali e a distanza, miceti come la candida, etc.). La disbiosi è un importante fattore causale o di agevolazione: delle infezioni genitali e urinarie, specie femminili; delle infezioni intestinali, anche di germi particolarmente cattivi e difficili da curare perché antibiotico- resistenti; del colon irritabile e delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI). La disbiosi favorisce l’alterazione più o meno grave della permeabilità intestinale, che porta ad una importante riduzione ed alterazione della funzione di barriera della mucosa intestinale. La combinazione disbiosi con alterazione e riduzione della barriera fa passare macromolecole di vario tipo dal lume intestinale verso le parti interne della mucosa e nel circolo sanguigno, come anche passano batteri (di norma la barriera intestinale non fa passare in modo significativo macromolecole ritenute estranee né batteri ritenuti nemici dal sistema immunitario): per cui il sistema immunitario intraprende una battaglia contro di essi. Di conseguenza si manifestano alterazioni e disfunzioni del sistema immunitario con ripercussioni sia localmente che a distanza. Ciò può indurre uno stato infiammatorio silente (subclinico) o manifesto, l’insorgenza di allergie e altre disfunzioni del sistema immunitario. Se, a tutto ciò, aggiungiamo l’errore di fare una dieta iperlipidica (ricca di grassi) si favorisce, tra l’altro, lo sviluppo nell’intestino di alcune specie di batteri Gram-negativi che contengono nella parete cellulare un lipopolisaccaride (LPS), una molecola pro-infiammatoria che viene liberata nell’intestino e assorbita dopo la morte di questi batteri. L’incremento di questo lipopolisaccaride da una parte provoca un suo maggiore assorbimento nel circolo sanguigno che determina una condizione di endotossiemia metabolica, dall’altra induce un’ulteriore aumento della permeabilità intestinale con conseguente produzione di citochine pro-infiammatorie (in particolare TNF-alfa e Interleuchina 6) ed inevitabile aumento dello stato di insulino-resistenza e di infiammazione cronica di basso grado (in stretta relazione con l’obesità, il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica).

Si può capire, quindi, perché è importante una sana alimentazione, favorire  e mantenere in buon equilibrio la flora intestinale e impedire l’alterazione patologica della permeabilità intestinale: sono molto importanti per modulare la risposta immunitaria con conseguenti benefici effetti contro le infezioni, anche virali, e di riduzione di reazioni immunitarie eccessive, che possono portare all’insorgere di infiammazioni e/o allergie.

Una alimentazione sana ed equilibrata, come quella qui consigliata (vedi sopra), è uno dei modi migliori per promuovere e mantenere un assetto del microbiota intestinale in grado di farci stare in salute.

Da tempo conosciamo l’efficacia di diversi probiotici nella prevenzione e trattamento delle infezioni virali. Recenti studi portano alla conclusione che i probiotici dovrebbero essere indicati come trattamento aggiuntivo delle malattie virali.

Abbiamo già visto i vantaggi della supplementazione, per via orale, di alcuni particolari ceppi specifici di batteri probiotici, quali il Lactobacillus casei e Bifidobacterium lactis, eventualmente associati a Lactobacillus acidophilus. Adesso aggiungiamo altri probiotici consigliati nella prevenzione e cura delle infezioni respiratorie: Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus plantarum, Lactobacillus paracasei, Lactococcus lactis. In caso di alto rischio infettivo e’consigliabile usare almeno 2 diversi probiotici al giorno, oppure 2-3 ceppi a rotazione.

 

Il valore curativo della febbre e come gestirla

La febbre è una risposta fondamentale all’infezione e all’infiammazione, di cui è un segno distintivo e indicativo. E’ una sorta di spia rossa accesa che ci indica che qualcosa non va. Il valore curativo della febbre sta nel fatto che è uno dei più efficaci meccanismi di difesa dell’organismo contro le infezioni. Difatti è una reazione comune sia agli uomini che agli animali superiori, che la selezione naturale ha mantenuto nel corso di milioni di anni di evoluzione, proprio per il suo valore difensivo. Un aumento di temperatura da 37° a 38°C può ridurre la moltiplicazione dei virus di oltre il 90%, e per molti di loro un ulteriore aumento arresta del tutto la replicazione.  La febbre oltre 39°C, che duri abbastanza a lungo, blocca anche i virus più aggressivi.
La temperatura febbrile, con alcune eccezioni, facilita la guarigione anche delle infezioni batteriche, perché esalta l’efficienza di tutti i componenti del sistema immunitario.

Entro certi limiti e con alcune eccezioni, la febbre è un buon indice della capacità reattiva difensiva. I bambini e soggetti giovani, se non indeboliti, in genere manifestano febbre alta nelle malattie acute, indice di buona capacità reattiva difensiva se guariscono bene, nel giro di pochi giorni, rafforzando il proprio sistema immunitario per successive malattie infettive. Nei meno giovani e negli anziani, in genere indeboliti e con ridotte capacità reattive (per varie cause e condizioni di cui parlerò in un’altra occasione) di solito c’è assenza di febbre, febbricola o febbre lieve, pur avendo in corso infezioni importanti e pericolose: ciò è anche indice di debolezza o insufficienza del sistema immunitario.

Sopprimere la febbre è sbagliato, specie se ci si accanisce contro (nell’illusoria convinzione di “guarire” prima) con paracetamolo, o altri farmaci antinfiammatori / antipiretici: primo perché riduciamo o eliminiamo un meccanismo difensivo e curativo assai utile; secondo perché eliminiamo un sintomo indicativo di un problema in atto (spegniamo la spia rossa accesa e ci potremmo illudere che le cose vadano bene perché non c’è la febbre, mentre la malattia infettiva può andare avanti, approfondirsi o peggiorare e noi abbiamo spento quella luce rossa che poteva indicarci l’andamento negativo). Peggio ancora se non agiamo contemporaneamente sulle cause dell’infezione, con una terapia appropriata; o se non diamo una terapia capace di aiutare e stimolare le capacità reattive dell’organismo verso la guarigione. Proprio per evitare questo errore, i medici omeopati con un approccio clinico vigile utilizzano le terapie omeopatiche e naturali – che stimolino nella giusta direzione il processo naturale di autoguarigione – ove sanno con ragionevole certezza essere indicate, sicure ed efficaci (“primo curare senza nuocere”).

Cosa fare in caso di febbre – Nei pazienti informati (genitori nel caso di bambini) e che riescono a sopportarla senza troppi problemi si dovrebbe valorizzare il ruolo difensivo naturale della febbre, di aiuto anche e soprattutto nelle infezioni virali. Controllarla, lasciarle fare il suo corso se non causa particolari problemi. Far uso di spugnature e metodi naturali per dare sollievo, quando più alta; utilizzare farmaci antipiretici nel caso di bisogno, o se sopportata male. In caso di dubbio, o segnali preoccupanti, è sempre bene far decidere al medico il da farsi e come proseguire.

 

Conclusioni

L’emergenza sanitaria causata dalla Pandemia del nuovo Coronavirus, in pieno tragico sviluppo, ha messo in ginocchio l’Italia e portato al collasso le strutture sanitarie e gli ospedali delle zone del Paese più colpite.        I contagiati bisognosi di ricovero ospedaliero o di assistenza in terapia intensiva respiratoria sono troppi nello stesso momento e il numero di morti è molto più alto delle più pessimistiche previsioni fatte, da molti esperti, solo poche settimane fa. In sostanza siamo stati colti impreparati.……

Dobbiamo assolutamente rispettare le norme igienico sanitarie e di distanziamento sociale, come ripetute e aggiornate continuamente su tutti i mezzi di informazione: per evitare di contagiarsi e contagiare gli altri.

Poiché non c’è ancora uno specifico vaccino contro il nuovo Coronavirus, anche se si sta cercando di arrivare più rapidamente possibile ad un vaccino di cui, però, non potremo conoscere da subito la sicurezza e la reale efficacia (Ci vuole tempo e una vaccino- vigilanza attiva, post immissione in commercio!).                                                                                                                                                                                                              In mancanza di cure farmacologiche specifiche ed efficaci contro questo nuovo virus, qualche farmaco pare dare segnali incoraggianti di efficacia, ma è ancora presto per trarre delle conclusioni che devono essere lasciate alle autorità sanitarie nazionali ed AIFA.

Se stiamo male ed abbiamo sintomi respiratori importanti ed allarmanti (soprattutto tosse, febbre, difficoltà respiratorie, tachipnea, ovvero aumento della frequenza degli atti respiratori, stanchezza e affanno ingravescenti) dobbiamo richiedere assistenza medica domiciliare appropriata, o ricovero ospedaliero ove opportuno o necessario.

Nella stragrande maggioranza dei casi in cui non si hanno sintomi di malattia, o si hanno sintomi lievi, moderati, aspecifici e non pericolosi – e non sospettiamo di essere affetti da Coronavirus, o non rientriamo nelle categorie di soggetti che possono accedere al test diagnostico col tampone naso faringeo, per sapere se si è positivi o meno all’infezione –  cosa possiamo fare in aggiunta o per scelta ponderata?

E’ fortemente raccomandabile in questo frangente valorizzare al massimo e comunicare al meglio la “cura” al momento più efficace contro l’infezione da nuovo Coronavirus: il nostro sistema immunitario, quello che si è perfezionato in milioni di anni e ci ha salvato dall’estinzione. Visto che circa il 90% o più dei contagiati guariscono, più o meno agevolmente ed efficacemente, grazie al proprio sistema immunitario: è questo che dobbiamo mantenere efficiente e rafforzare!

Ecco lo scopo di questo articolo – dare consigli sulle cose che si possono fare per rafforzare il sistema immunitario e metterlo nelle migliori condizioni per affrontare le infezioni virali: – Migliorare il proprio stile di vita fin dove è meglio o possibile – Fare una alimentazione sana ed equilibrata – Si possono utilizzare fitoterapici che hanno effetti e proprietà immunostimolanti, immunomodulanti, antinfiammatorie, toniche, adattogene, antiossidanti, o che hanno una documentata azione antivirale – Integrare alcune vitamine e minerali oligoelementi, se si sospetta la carenza o se ritenuto utile, meglio se da un medico – Valutare caso per caso l’utilità di fare uso di funghi medicinali dalle proprietà salutistiche, col fine di mantenere e migliorare lo stato di salute, soprattutto per l’alto contenuto di Beta-Glucani che favoriscono l’equilibrio della bilancia TH1 < > TH2 e capacità di attivare il sistema immunitario in maniera dolce ed equilibrata – Fare uso di microrganismi probiotici che contribuiscono a promuovere e mantenere il microbiota intestinale in buon equilibrio, in uno stato di eubiosi, con tutti i vantaggi che questo comporta per il mantenimento dell’organismo in stato di salute e per il normale funzionamento del sistema immunitario – Valorizzare il ruolo curativo e difensivo naturale della febbre e la sua potente azione anche contro le infezioni virali: non sopprimerla in modo sbagliato, ma controllarla, lasciare che faccia il suo corso se non causa particolari problemi.

Non ultime, affidarsi a delle cure omeopatiche in ragione del loro valore ed efficacia come cure globali, olistiche e sistemiche:

1)- Con l’Omeopatia globale e personalizzata si punta a guarire la persona malata e, dove non è possibile, si ottengono comunque dei miglioramenti importanti dello stato generale di salute e delle condizioni psico-fisiche; molto spesso otteniamo un miglioramento, più o meno marcato, delle capacità reattive e difensive generali e un miglioramento delle difese immunitarie.

2)- Con l’Omeopatia clinica prevalentemente mirata alla patologia, soprattutto acuta. Dal momento in cui i sintomi di questa, o di una malattia virale, si manifestano con sufficiente chiarezza diventa possibile fare una cura con alcuni rimedi omeopatici che, in due secoli di esperienza clinica, si sono rivelati come i più adatti, o i meglio indicati, per molte patologie virali. Notare che l’Omeopatia non mira a fare una cura esclusivamente sintomatica dei disturbi e sintomi patologici, ma mira a stimolare e promuovere le capacità reattive di autoguarigione dell’organismo nella giusta direzione, affinché compiano il loro compito.

Le informazioni e i consigli qui dati si riferiscono alle infezioni virali in generale: per queste siamo ragionevolmente sicuri della loro utilità ed efficacia. Per il nuovo Coronavirus non lo sappiamo, perché è nuovo, non lo conosciamo ancora bene e dobbiamo capire meglio alcuni suoi aspetti critici. Comunque migliorare e rendere più efficiente il proprio sistema immunitario non fa mai male.

Non lasciamoci prendere dall’angoscia e dalle paure eccessive e irrazionali: fanno male anche al nostro sistema immunitario. Siamo attenti, vigili, prudenti e lasciamoci guidare dalla conoscenza, dal buon senso e dalla consapevolezza. La resilienza personale e collettiva ci aiuterà a superare questo periodo difficilissimo, a rialzarci e riprendere il cammino …

Finisco riportando la parte finale di un articolo “Coronavirus: le riflessioni del Prof. Enzo Soresi” Presidente onorario della Pneisystem Academy, primario emerito di pneumologia dell’Ospedale Ca’ Granda – Niguarda di Milano, che superati gli 80 anni è tuttora in attività: << Concludo con una metafora calzante appena letta sul sito di Brain Circle e scritta da Massimiliano Sassoli de’ Bianchi, docente presso il Center Leo Apostel for Interdisciplinary Studies (CLEA) della Vrije Universiteit di Bruxelles: “il coronavirus è un hacker creato dalla natura per mostrare la vulnerabilità del nostro sistema prima che collassi completamente”. >>